Primavera: tempo di fiori… e quindi di Miele! Abbiamo intervistato per voi Luca Bosco di Pane&Miele, giovane apicoltore di Priocca (CN), vice presidente di Piemonte Miele, la più grande cooperativa italiana del settore apistico, nata nel 1976 in provincia di Cuneo e oggi con più di 400 apicoltori soci.
Se amate il miele, non potete perdervi questa intervista “golosissima”!
Il Piemonte è una delle regioni in cui si produce più miele, ma si può fare di più?
La produzione di miele, sia per quanto riguarda la quantità sia per quanto concerne la qualità, dipende in modo particolare dalle condizioni atmosferiche che vengono a verificarsi durante le principali fioriture: freddo, vento, poca umidità relativa, pioggia possono influire negativamente, anche in modo pesante, sulle produzioni. In Piemonte nelle ultime sei stagioni la produzione di miele d’acacia, per esempio, è stata significativamente ridotta se non addirittura azzerata (vedi 2017) da condizioni meteorologiche e climatiche non favorevoli. Non tutto dipende dal tempo però: la salute delle api e la forza degli alveari sono l’altra conditio sine qua non per la produzione apistica e la salute delle api, ahimè, dipende anche dall’ambiente che l’uomo crea intorno all’ape. Da diversi anni gli apicoltori hanno potuto constatare quali danni può infliggere l’agricoltura intensiva alle api, danni che inevitabilmente vanno ad incidere sulle produzioni di miele. In questo senso i piemontesi potrebbero fare davvero molto consumando prodotti agricoli provenienti esclusivamente da agricoltura biologica. Disincentivando l’agricoltura convenzionale l’ambiente tornerebbe ad essere più adatto all’ape e quindi, meteo permettendo, alle produzioni di miele.
Miele industriale vs Miele Artigianale, ci puoi spiegare la differenza tra questi due prodotti?
Il miele è prodotto esclusivamente dalle api e il compito del produttore, sia esso un’industria o sia esso un’azienda artigianale, è quello di portare il prodotto dall’ape al consumatore, così come esce dall’alveare, senza rovinarlo. La grande distribuzione richiede però grandi partite di prodotto omogeneo e la grande partita omogenea è possibile ottenerla solo miscelando partite più piccole di prodotti provenienti magari da aree di produzione diversi. L’industria commercializza essenzialmente miscele di mieli (miscele che possono anche essere di mieli monofloreali dello stesso tipo) mentre la produzione artigianale immette sul mercato un prodotto decisamente più legato al territorio: così come è per il vino e per altri prodotti agricoli anche per il miele il territorio, la terra stessa su cui crescono e fioriscono le piante, è un elemento determinante per la caratterizzazione organolettica del prodotto finale. In sostanza gli apicoltori vendono mieli, l’industria vende il miele…
La tua TOP 3 delle tipologie di miele che preferisci e il perchè: siamo curiosi di scoprire le tue varietà del cuore!
1) Miele di Castagno: il miele di castagno è secondo me il “Re dei mieli”, profumato e dal gusto deciso, dolce e amaro. Un concentrato di sapori e senzazioni ad ogni cucchiaio
2) Miele di Tarassaco: anch’esso profumato e dal gusto molto intenso è per me un “miele da meditazione”: ogni assaggio è una scoperta di gamme di sapori